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Ambientazione

1
Prologo
Anno xxxx, il dottor Miyaki da una svolta alle scoperte tecnologiche mondiali. Furono necessari alcuni anni di lavoro prima di poter lanciare la sfida alle più grandi potenze mondiali: creare una macchina talmente perfetta da essere umana. Ma era davvero possibile riprodurre una macchina ed un congegno così perfetto ed impeccabile come il corpo umano?

"Ero un ragazzo di appena vent'anni all'epoca... ricordo ancora che la prima volta che vidi il dottor Miyaki, per me fu uno shock. Ci si immaginava la figura di un dottore sulle sue, con i suoi principi e le sue idee... il classico dottore che sapeva cosa fare e sapeva con certezza cosa doveva essere fatto. Quando, però, gli chiesi quale fosse il mio ruolo dentro quel laboratorio -che era enorme- lui alzò gli occhi verso di me... e mi disse: Giovanotto... Se sei venuto qui per ricevere ordini, esci e torna a scuola. Qui non si prendono ordini o regole, qui si creano."

Molti degli stati generali, però, non furono d'accordo. Cercarono di fermarlo e non mancarono gli attacchi terroristici al suo laboratorio per rallentare le ricerche. Il grandioso progetto di Miyaki, però, non era quello di creare macchine da guerra o soldati invincibili, come molti temevano. Lui voleva creare qualcosa di unico, raggiungere un apice di tecnologia meccanica e cibernetica che non sarebbe servita più unicamente alla compensazione di parti umani mancanti. Egli mirava a ciò che egli definiva "un avvicinamento umano agli Dei".
Miyaki, però, tra il disaccordo ecclesiastico e opposizioni politiche, non ebbe la possibilità di vivere la conclusione ed il raggiungimento del proprio ambizioso progetto. Fu suo nipote, Kasuke Miyaki, a prendere in mano le redini del laboratorio, altrettanto determinato a creare una radicale e prepotente svolta nel mondo dell'evoluzione tecnologica umana.

"Mio zio sbagliava nel pretendere di volersi avvicinare agli Dei. Questo errore lo portò a pretendere troppo da se stesso, finendo per inimicarsi chiunque udisse tale progetto dalle sue labbra, [...] anzichè osare ed andare incontro a chi poteva dargli un ingente aiuto, anche ai pieni alti della politica e delle organizzazioni mondiali."

Neanche Keisuke Miyaki, però, ebbe vita facile nell'avanzare questo progetto.
Fu proprio quei mesi, infatti, che i più grandi governi mondiali, soprattutto del Giappone, si ritrovarono a fronteggiare un'altra scoperta destinata a cambiare la cognizione di vita quotidiana dell'intero paese, se non dell'intero pianeta.



Per mesi la popolazione convisse con animali randagi che, di notte, rovistavano tra i rifiuti in cerca di cibo, molte furono le segnalazioni da parte dei cittadini nei confronti di queste "bestie" che raggiungevano anche il centro cittadino delle grandi metropoli. Segnalazioni che, però, non riscontrarono inizialmente ascolto ed attenzione da parte delle forze dell'ordine. Sotto pressione degli animalisti si iniziò ad indagare, finchè non iniziarono avvistamenti di natura ben differente rispetto a quella animale.

"Quella sera ero uscito con mio padre; volevamo fare una sorpresa a mia madre per il suo compleanno che sarebbe stato il giorno dopo. Stavamo dirigendoci al suo posto di lavoro, sulla via principale. Rammento che mio padre mi spaventava un po' cercando di giocare nel raccontarmi di mistiche creature. Mi parlava di umani con grandi poteri, dalla forza e dall'abilità ferina e con la grandezza e la magia degna degli Dei. [...]"

Hiroki all'epoca era poco più di un bambino, chiuso a ridere nella macchina con suo padre. La strada di periferia era buia e circondata da boscaglia e foresta; ma nessuno dei due poteva immaginare che, di lì a momenti, avrebbero visto qualcosa che aveva dell'incredibile, qualcosa di impensabile, eppure così vero e reale.

"[...] Quella sera me la ricorderò finchè vivrò. Le leggende che mi raccontava mio padre mi spaventavano ed attiravano allo stesso tempo... ma mai, mai avrei immaginato che una storia avrebbe potuto prendere vita davanti ai miei occhi nell'arco di pochi secondi. [...] Sentimmo un forte colpo, un tonfo sul tettuccio dell'auto. Mio padre perse il controllo dell'automobile per un attimo prima di inchiodare e fermarsi definitivamente. Dovemmo ringraziare che, a quell'ora, non vi fosse nessuno in giro. Mio padre non ebbe il tempo di uscire dall'auto o di far uscire me che, di fronte a noi, sul cofano, si era poggiato un ragazzo. Ci guardava studiandoci, incuriosito in parte... ma non era un comune essere umano."

Sul cofano della loro macchina, senza che loro lo riuscissero a capire, si era posata ed avvicinata una delle creature di cui narrano quelle mitiche leggende; una creatura metà uomo, metà animale. Uno degli esseri ibridi che, sceso da lì, implorò loro di aiutarlo.

"[...]Non sapevamo cosa pensare... Come se le parole fossero uscite dalle labbra ed avessero preso forma. Non era umano, eppure ne aveva la figura se non fosse stato per quelle orecchie e per la coda [...] Ci chiese aiuto per delle medicine o qualcosa che potesse far stare meglio alcuni di loro [...] Pare ci fosse stata un'epidemia che rischiò di portare con sè molte più vite di quel che si era portata via... Noi abbiamo cercato di far finta di niente, di allontanarci, impauriti.[...] Inizialmente non fece nulla di particolare, solo successivamente iniziò ad essere più aggressivo, trattandoci come dovessimo ubbidirgli, vista la nostra incertezza evidentemente."



2
Rivolte
Anno xxxx. Gli stati Generali si trovano di fronte a ben due eventi che scombussolano e sconvolgono la vita umana e la stessa concezione della loro unica esistenza.
Non sono passati molti anni dalla nascita dei primi Robot -chiamati Androidi- o dalla rivelazione dell'esistenza di coloro che vengono chiamati Kemonomimi -viste le loro prime apparizioni in Giappone-.

Nonostante gli anni trascorsi e gli androidi che venivano programmati non più come elettrodomestici, servi o 'giocattoli di compagnia', Miyaki non accettò che la venuta dei Kemonomimi come un freno alla propria ricerca. Pian piano i cip ed i dati d'aggiornamento divengono sempre più sofisticati, tanto da diventare "personalizzabili" per ogni Androide.

"Quando mi trovai davanti un primo esemplare che aveva compiuto da sè i propri aggiornamenti ed un secondo per il quale veniva richiesto un aggiornamento sui sentimenti umani, notai che essi fossero perfettamente in grado di imparare le cose ed apprenderne il metodo. Compresi la potenza e la grandezza di ciò che stavamo creando."

L'Androide sta sempre più avvicinandosi alla natura umana e, più tali umanoidi divenivano parte della quotidianità, delle famiglie e più il loro aspetto si avvicina a quello di un comune essere vivente ed umano; piùù ciò che lo è per sia natura inizia ad essere allontanato, torturato, discriminato e denigrato.

Le leggende diventano rapidamente i "diversi" e, in quanto fuori dall'ordinario, destinati a soccombere e a far paura. Mentre, tra lotte, incertezze e fatiche, gli Androidi acquisivano diritto alla loro personale indipendenza, i Kemonomimi e la loro condizione si avvicina sempre di più e pericolosamente alla linea di confine tra l'umano e l'inumano. Iniziarono ad essere sostituiti agli Androidi, essere addomesticati, definiti come fenomeni da baraccone, ridotti al pari delle bestie prive di diritti ed oggetti di esperimenti e studi come cavie perfette grazie alla loro maggiore sopportazione e resistenza di un corpo umano.

"Fossimo Dei dovremmo esser capaci di perdonare. Fossimo bestie dovremmo esser capaci di uccidere. Ma cosa ben peggiore è essere umani e compiere barbarie"

Per parecchi anni i Kemonomimi furono costretti a discriminazioni di ogni genere, dalle abitazioni, ai luoghi di lavoro, ai diritti fino ai posti di diritto su un mezzo di trasporto pubblico. Ci vuole ben poco, però, che la scintilla scattasse per far esplodere una bomba e permettere ai Kemonomimi di ribaltare e rivoluzionare la loro posizione.

Quando gli Androidi riuscirono a vincere con le loro cause e ad avere il diritto di essere considerati come cittadini comuni, ormai capaci di provare ed apprendere emozioni e sentimenti, fu un giorno di festa generale.
La festa, però, fu interrotta.
Un gruppo di ribelli composti da Kemonomimi e pochi umani si ribellarono riversandosi sulle strade. Un moto rivoluzionario contemporaneo nelle maggiori città -secondo le previsioni mondiali-. Raggiunti i palazzi e le sale centrali, i maggiori capi di Stato si trovarono ad essere costretti ad una sottospecie di Conclave. Una sola condizione per poter uscire: il patteggiare i diritti della nuova razza.

"Ci rendemmo conto, con loro davanti, che la situazione doveva essere ancora più ovvia che di quella affrontata con dli Androidi. Loro erano in parte umani di natura, non erano esseri artificiali creati e sofisticati ed ora composti da una tecnologia talmente avanzata da sviluppare in modo automatico i misteri della mente umana come il pensiero e le emozioni. [...] I Kemonomimi erano di natura animali ed umani. Provavano sentimenti ed emozioni ed avevano una loro concezione. Uno stile differente di vita, ma pur sempre umani e la loro condizione non poteva continuare così per sempre. Non potevano essere ripetuti errori del passato sulle discriminazioni."



3
Epilogo
Sono passati 36 anni da quel giorno. Trent'anni per l'umanità -e non solo- di adattarsi ad una nuova concezione di vita, di quotidianità. Per secoli l'uomo ha cercato nell'universo forme di vita al di là del pianeta dove ha vissuto e tutt'ora vive; senza rendersi conto che è la Terra stessa la prima grande fonte di risorse e scoperte ancora da conoscere e/o ancora in via di sviluppo.

Trent'anni dopo la Terra è tornata ad accettare anche chi, su di essa, cerca una nuova vita, una nuova esistenza, come potrebbe una madre accogliere nuovi figli da poter crescere ed accudire.
Ora siamo circondati da Androidi, Cyborg e Kemonomimi, esseri nuovi e al nostro pari. Ora siamo circondati da comuni esseri Umani pronti ad imparare, ad apprendere e ad accogliere.
Dopo trent'anni tutto pare esser tornato al principio e le differenti razze continuano a convivere pacificamente.

2019. Qui siamo a Narita, uno dei centri di maggiore concentrazione e di maggior adattamento alla nuova situazione terrestre; uno dei centri più importanti dove le quattro razze imparano a convivere tra loro. Una città meravigliosa e piena di magia, di diversità e di storia, in parte ancora da scoprire.

Siamo, però, sicuri che tutto ciò sia sufficiente?
Davvero anche gli animi più tradizionalisti si sono adattati a tutto questo senza muovere dito?
Siamo del tutto sicuri che, tra i piani alti, siano tutti d'accordo e che tutti condividano le medesime idee?